×

Attenzione

Direttiva europea 2009/136/CE: tutela della vita privata nelle comunicazioni elettroniche

Questo sito utilizza i cookies per gestire l'autenticazione, la gestione ed altre funzioni. Navigando all'interno di questo sito lei accetta che questo tipo di cookies vengano inviati al suo browser.

Non ha accettato che i cookies vengano scaricati sul suo computer. Se vuole può cambiare questa decisione.

20140604 Comunicato stampa
 
Nel riunione di Consiglio comunale del 5 giugno 2014 viene discussa una delibera che prende atto della “cessazione degli effetti” della convenzione urbanistica per PII Cascina Boffalora.
In sostanza: chi doveva realizzare il nuovo quartiere battezzato S. Monica non ha fatto quasi nulla di quanto previsto nella convenzione tranne costruire quattro palazzi così malfatti che le famiglie residenti sono travolte dagli insostenibili costi delle spese condominiali conseguenti ad errori di costruzione o di gestione.
Il Sindaco e la sua Giunta, pertanto, dopo aver tentato di salvare il progetto prorogando per due volte la scadenza della convenzione e persa per strada una fideiussione da 27 milioni di euro che il Comune non può più incassare, hanno deciso di mettere una pietra sopra a questa fallimentare iniziativa e chiedono al Consiglio comunale di dichiarare decaduta la convenzione.
 
Il Comune chiederà il risarcimento dei danni che ha subito.
Ma: quali danni?
Gli uffici comunali hanno già dichiarato che probabilmente sarà poca cosa: il Comune non può certo lamentarsi del tempo perduto per discutere, scrivere, deliberare.
 
Intanto quella che era stata una splendida zona agricola, che in un comune “normale” sarebbe stata valorizzata e magari inserita nel confinante Parco delle Cascine, è lì, devastata dalle opere di cantiere, scorticata per larghi tratti dalla terra di coltura e con la Cascina Boffalora, una delle ultime cascine agricole di Segrate, in parte abbattuta e per la rimanente in cadente abbandono.
E l'area rimarrà comunque fabbricabile ed in attesa di un nuovo acquirente, con gli stessi parametri di edificazione della convenzione, che sono molto più alti di quelli stabiliti dal PGT approvato nel 2012.
"Diritti acquisiti": dicono l'Assessore e gli uffici comunali.
 
Tutto questo è inaccettabile.
E il danno all'ambiente, al paesaggio, al territorio?
Chi ripaga Segrate di tutto questo?
Chi rimedia alla situazione dei residenti il cui torto è stato fidarsi di un sostegno da parte del Comune la cui maggioranza di centro destra ha deciso, avvallato e sostenuto fino ad oggi questo disastro urbanistico ed ambientale?
 
Segrate Nostra non ci sta.
 
Quindi abbiamo presentato un emendamento alla delibera in discussione nella seduta del 5 giugno: chiediamo che il Comune faccia causa al fondo immobiliare Vegagest che ha gestito questa operazione, recuperando quello che non ha potuto recuperare dalla fideiussione in modo da risanare l'area e dare vivibilità alla parte costruita.
Anche perché Vegagest non è una società qualunque governata da un immobiliarista rampante o da un finanziere, ma è posseduta, attraverso una holding, da banche e da una compagnia assicurativa quotata in Borsa: il 30% è della Cassa di Ferrara Carife, poi ci sono la Cassa di San Miniato col 22%, la Cattolica Assicurazioni col 17%, la Popolare Bari col 10,7% e altre banche.
 
Chiediamo quindi:
- che si faccia causa a Vegagest e ai suoi proprietari per il danno ambientale e paesaggistico;
- che Segrate venga rimborsata con i terreni ancora non edificati ed abbandonati, in modo da rimetterli a verde e inserirli nel parco agricolo, e con i soldi necessari a rimettere in sesto l'area in questo momento urbanizzata, così da poter intervenire con opere e servizi tali da ridare dignità e tranquillità al piccolo quartiere di S. Monica ed ai suoi abitanti.

Segrate, 4 giugno 2014

Segrate Nostra