Segrate, 1 novembre 2018
Le due violente trombe d’aria che hanno duramente colpito Segrate lo scorso 12 agosto e il 29 ottobre, hanno messo a dura prova il patrimonio arboreo del Comune di Segrate. Approfondendo le relazioni e verificando i danni seguiti agli eventi atmosferici possiamo trarre alcune conclusioni, oltre a ribadire il fatto che l’evoluzione climatica che ha portato anche in Italia temporali ed eventi atmosferici tipicamente tropicali, è il frutto di una politica nazionale e mondiale sul tema che deve necessariamente essere ripensata.
Tra le alberature maggiormente colpite ci sono i Cupressocyparis x Leylandii, meglio conosciuti in città come “i pinetti”, conifere piantate ovunque dalla passata Amministrazione Comunale, abbarbicate nei terrapieni lungo le strade di Segrate e negli spartitraffico della Cassanese. Forse belli da vedere, ma decisamente inadatti allo scopo, anzi pericolosi, laddove sono stati piantati. Infatti i due nubifragi ne hanno pericolosamente fatti crollare più di 150.
Ad agosto sono stati gli automobilisti e i motociclisti della Cassanese a subire le conseguenze dei crolli, ieri pomeriggio i veicoli che transitavano in via Piaggio e ancora quelli sulla Cassanese. Solo la buona sorte ha evitato feriti e persone coinvolte.
La relazione dello scorso settembre dell’agronomo comunale, seguita ai crolli dei pinetti di agosto, è molto chiara: “Il regolare affrancamento dell’albero non è avvenuto a causa di una qualità del suolo insufficiente, il terreno appare sciolto, ciottoloso e incoerente avverso alla formazione di una buona zolla. L’eccessiva porosità consente da una parte lo sviluppo dell’apparato radicale, dall’altra rende l’albero sensibile ai micro spostamenti della zolla per azione di vento o per il peso della neve, impedendo la formazione di una buona radice d’ancoraggio”.
In soldoni: quei pinetti non dovevano essere piantati lì e chi lo ha fatto non ha minimamente tenuto in considerazione il parere negativo dei tecnici che ne sconsigliavano vivamente la posa. La caduta del 90% degli alberi pubblici durante questi due imponenti eventi atmosferiche, è da addebitare in particolare a scelte sbagliate delle essenze e a modalità errate di messa a dimora.
Identico discorso vale per i pinetti caduti in via Piaggio o per quelli che si sono “stesi” in via Redecesio o in via Milano. Oltre al costo sostenuto per la loro posa, ora il conto dell’abbattimento di quelli caduti e dalla messa in sicurezza di quelli che resistono (non si sa ancora per quanto) sarà salatissimo. Possiamo tranquillamente affermare allora che i soldi dei cittadini sono stati spesi male e con sufficienza, per abbellire solo momentaneamente la città senza considerare le conseguenze nel lungo periodo e gli alti costi di manutenzione, fatta con scarsa costanza per questi alberi per decisione presa dall’alto prima dell’inverno 2015-2016. Adesso per sistemare il danno ci vorranno decine di migliaia di euro dei segratesi.
La vicenda dei pinetti riassume e mette in evidenza la scarsa lungimiranza e lo stile arrogante dei passati amministratori di Segrate. I pinetti sono solo la punta dell’iceberg di una politica dell’apparire che si sta sciogliendo, lasciando Segrate senza sostanza in un mare di debiti. All’Amministrazione di Paolo Micheli chiediamo di guardare al futuro e proseguire sulla strada del buonsenso con un intervento di ripristino, cercando di salvaguardare gli alberi sani, portando avanti il progetto di messa a dimora di 800 nuove essenze, e pensando prima di tutto alla sicurezza dei cittadini. Ringraziamo chi nelle ore dell’emergenza ha lavorato e faticato per riaprire le strade e permettere l’apertura delle scuole.
Segrate Nostra