Segrate, 10 settembre 2020
Il risanamento del bilancio comunale è stato uno dei capisaldi della amministrazione Micheli, interrompendo un lungo periodo di gestione disordinata e imprudente – come ha scritto la relazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Risanare un bilancio non è uno scherzo né per il privato né per il pubblico; per il pubblico, per un comune, la legge indica due percorsi: dissesto (cioè: fallimento) o piano di riequilibrio. Segrate nel 2015 era sull’orlo del dissesto, l’abbiamo evitato (e per chi è interessato ai numeri, li elenchiamo, tutti, chiari e inconfutabili, più sotto).
I dati sono inconfutabili, ma le persone che quella gestione disordinata e imprudente l’hanno voluta e fatta, ora negano; invece di scusarsi con i cittadini che per causa loro hanno subìto aumenti delle tasse e riduzioni dei servizi comunali, negano. Negano di aver sbagliato, oppure almeno di aver esagerato, di aver sottovalutato, di non aver capito; negano tutto.
Dicono che la procedura di dissesto non era necessaria o che è colpa del ricorso al TAR che ha bloccato il progetto da 3000 abitanti sul Golfo Agricolo; progetto che avrebbe portato nella casse del comune tanti, tanti oneri di urbanizzazione, come se quella fosse la soluzione e non, esattamente, il problema.
Poi ci sono i sognatori del bilancio che invece di preoccuparsi della malattia e maledire chi l’ha provocata, se la prendono con i medici che l’hanno guarita.
L’intervento più tragicamente comico dei sognatori del bilancio è quello che viene dalla candidata sindaco di SegrateSì.
Riportiamo letteralmente: “Erano possibili anche altre vie? Revisione delle #spese? Tagli a consulenze non strategiche, sospensioni attività, maggiore gradualità? Non ci è dato sapere“.
Non le è dato sapere?
Ma dov’era Dena Arabsolgar in questi cinque anni? In vacanza su Marte?
Se Dena Arabsolgar non poteva assistere di persona alle riunioni del Consiglio comunale, poteva comodamente seguirli da casa in streaming oppure guardarsi con comodo le registrazioni che sono sul sito del comune.
L’assessore al bilancio, Luca Stanca – uno che le cose le sa (è professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Milano Bicocca) – ha tenuto in Consiglio decine di interventi sul percorso di analisi e risoluzione della profonda crisi economica del bilancio comunale, sottolineando l’illustrazione dei dati con la proiezione di tabelle in modo che a tutti fosse chiaro cosa era accaduto e come la Giunta Micheli vi ha rimediato. Anche sui tagli della spesa ci sono state lunghissime e travagliate discussioni, perché anche chi le ha dovute decidere ha pagato di tasca propria come tutti i segratesi, insieme ai propri parenti e ai propri amici.
Roberta Menegatti, consigliere comunale di Segrate Nostra, sulle cause del dissesto finanziario del Comune di Segrate e sul risanamento ha scritto la tesi per un master e ne ha letto un sunto in aula.
Ma i sognatori, quelli che continuano a parlare di problemi senza proporre una soluzione che sia una, concreta, documentata, attuabile, continuano a fare la lista civetta che sta cercando di ridare la città in mano ai cementificatori, ai “disordinati e imprudenti” (come li ha definiti il Ministero dell’Economia e delle Finanze), a quelli con le bottiglie di vino da 80 € nelle cene pagate con la carta di credito comunale.
E fanno la guerra elettorale a noi, quelli che assieme al PD il cemento l’hanno fermato, quelli che il bilancio l’hanno risanato, che hanno lavorato cinque anni per portare a Segrate la MM4, l’alta velocità, i Tre Parchi, la Cassanese bis e il kilometro verde sulla attuale Cassanese e che stanno pensando alla Segrate vivibile, sostenibile del futuro.
Noi.
Segrate Nostra
Ora, per chi ha pazienza, un po’ di dati
Il disequilibrio che abbiamo ereditato nel 2015 riguardava sia flussi che stock.
Flussi
Disavanzo di parte corrente: circa 8 milioni di euro (su un bilancio corrente di circa 33 milioni di euro), di cui:
– 5 milioni di euro circa di disavanzo emerso (finanziato con oneri di urbanizzazione, cioè entrate straordinarie)
– 3 milioni di euro circa di disavanzo “latente” (termine utilizzato nelle relazioni della Corte dei Conti).
“Latente” vuol dire occulto, nel senso che fino al 2015 nel bilancio comunale:
– le spese venivano sistematicamente sottoriportate (nascoste)
– le entrate venivano sistematicamente sovrariportate (gonfiate)
Stock
– 3 milioni di euro di massa passiva (passività pregresse), derivanti dall’accumulazione nel tempo delle spese sottoriportate (nascoste)
– 15 milioni di euro circa di crediti (residui attivi) inesigibili, derivanti dall’accumulazione nel tempo delle entrate sovrariportate (gonfiate).
Alle passività pregresse e ai crediti inesigibili vanno aggiunti i debiti fuori bilancio provocati da azioni legali intentate dalle proprietà dei terreni promossi ad edificabili dal PGT Aldini/Alessandrini – il PGT “taroccato” annullato da TAR e Consiglio di Stato – (rimborso IMU versata tra il 2012 e il 2015 e risarcimento danni), dai debiti di Acquamarina, da altri contenziosi vari, per un totale di circa 5 milioni di euro.
Riequilibrio
Per evitare il dissesto (cioè: il “fallimento”) del Comune, all’inizio del 2017 la Giunta Micheli ha attivato la procedura di predissesto e varato un piano di riequilibrio decennale (2017-2026).
Con la manovra di riequilibrio tra il 2017 e il 2020:
(a) è stato eliminato il disavanzo di parte corrente attraverso l’aumento delle entrate tributarie (circa 4,5 milioni di euro) e la riduzione della spesa corrente (spending review, circa 3,5 milioni di euro).
Tra le spese ridotte la più significativa è stata quella per il personale di nomina del sindaco (staff, dirigenti o specialisti a incarico fiduciario) passati dai 460.000 € annui del periodo Alessandrini – in testa ai costi i 152.000 € annui del compenso a Laura Aldini, il più alto tra i dipendenti comunali di tutta la Martesana – agli attuali 134.000 annui complessivi (un legale specializzato in urbanistica, due persone di staff contro i cinque cui arrivò Alessandrini).
(b) sono state ripianate interamente le passività pregresse (3 milioni) nel corso del 2017;
(c) sono stati stralciati e ripianati i crediti inesigibili per circa 15 milioni di euro e fatti adeguati accantonamenti per i crediti in essere (Fondo crediti dubbia esigibilità);
(d) è stata data copertura ai debiti fuori bilancio e fatti adeguati accantonamenti per i contenziosi in essere (Fondo rischi contenzioso);
(e) è stato ridotto l’indebitamento del Comune (per mutui contratti in passato) da circa 26 milioni di euro nel 2015 a circa 5 milioni di euro a fine 2019;
(f) è stata risolta la crisi di liquidità: dal 2019 il Comune non fa più ricorso alla anticipazione di tesoreria, cioè non è più “in rosso” (nel 2015 l’importo complessivo dell’anticipazione di tesoreria era di 15,5 milioni di euro).
Il riequilibrio nei documenti ufficiali degli organi di controllo
Sulla crisi economico-finanziaria del Comune di Segrate e sul piano di riequilibrio si sono espressi a più riprese sia la Corte dei Conti che il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF).
Il MEF, in particolare, ha esaminato approfonditamente le ragioni che hanno portato all’adozione del piano di riequilibrio, certificando nella relazione conclusiva una gestione economico-finanziaria imprudente e disordinata fino al 2015, e viceversa una responsabile e decisa azione di risanamento da parte dell’attuale Amministrazione.
La relazione del MEF è chiarissima:
“La gestione finanziaria dell’Ente locale [fino al 2015] non è stata affatto ordinata e prudente. […] Soprattutto, l’Ente ha omesso di analizzare e rimuovere tempestivamente le cause delle criticità che erano state individuate dalla Corte dei conti, con il risultato di sedimentare problematiche che non potevano che sfociare in un più grave squilibrio […]
È sorprendente dover sottolineare che il Comune di Segrate non è, e non era, un ente locale piegato da inevitabili ristrettezze finanziarie. È un comune con entrate molto rilevanti in valore assoluto e relativo, che in virtù di tale condizione di favore si è potuto permettere un livello di spesa molto elevato. Una gestione finanziaria minimamente responsabile avrebbe solo dovuto monitorare il permanere delle condizioni di equilibrio, ed in caso quest’ultimo difettasse operare nella direzione di un contenimento delle spese, oppure un incremento delle entrate visto che se ne conservano ampi margini. Quando già non erano mancati gli allarmi (ampia anticipazione di tesoreria, tempistiche di pagamento dilatate, necessità di far “slittare” le imputazioni di spesa su esercizi successivi per carenze di stanziamento, ecc) si è invece andati nella direzione opposta, riducendo ancora il livello di tassazione . […]
Non può non rilevarsi che gli avvicendamenti avvenuti nel corso del 2015 (Micheli al posto di Alessandrini – ndr) siano stati salutari per la gestione finanziaria dell’ente locale. Dopo il tempo necessario a comprendere il reale stato della situazione finanziaria, le scelte operate, sostanzialmente nella direzione di un contenimento della spesa e di un incremento delle entrate, hanno costituito la base di un ripristino strutturale dell’equilibrio, di cui si sono già ravvisati chiari segnali con il rendiconto dell’esercizio 2017.
Si ritiene che la risolutezza con la quale si è affrontata la situazione di grave criticità finanziaria che ha caratterizzato il Comune di Segrate debba essere proseguita con la stessa determinazione dopo gli avvicendamenti operati nel 2015, con l’intenzione di consolidare stabilmente nell’alveo di una gestione virtuosa la gestione finanziaria dell’ente locale. […] Attualmente la gestione finanziaria dell’Ente appare presidiata con piena consapevolezza delle problematiche richiamate […]”.
Così il MEF. Altrettanto ha ripetuto più volte la Corte dei Conti.
Al termine del mandato siamo orgogliosi di restituire alla città un bilancio risanato con i conti in ordine.
È essenziale che nel prossimo mandato Segrate prosegua sulla strada della competenza e della consapevolezza.