Segrate, 5 settembre 2020
Per la scuola dei nostri ragazzi è iniziata questa settimana il periodo più delicato da molti anni a questa parte.
Dovrà essere decisa la formazione delle classi per rispettare le linee guida e vengono prese le scelte per l’uso degli spazi alternativi messi a disposizione dal comune nei centri civici o tra quelli che potrebbero essere affittati; scelte non facili, anche perché legate agli organici di personale scolastico già in servizio e che è atteso (si spera) in arrivo.
Polemiche e critiche in una situazione così complicata e nuova non aiutano, mentre invece, per incoraggiare la scuola dei nostri ragazzi a entrare nell’annata del ritorno a scuola dopo il confinamento, ben più utili sarebbero indicazioni, suggerimenti costruttivi, anche presenza e partecipazione ai problemi.
Ci auguriamo una sorta di tregua dalle polemiche inutili sulla scuola e fin d’ora applaudiamo chi dimostrerà il senso civico che auspichiamo.
Tra le polemiche inutili su cui non tornare c’è quella che chiede all’amministrazione di spostare i seggi elettorali fuori dalle scuole.
L’ha chiesto già due volte la candidata a sindaco della lista SegrateSì ribadendo che secondo lei “tutto è possibile se si vuole”. Proprio quando vengono messi a disposizione delle scuole tutti gli spazi dei centri civici comunali chiedere al prefetto lo spostamento (che di norma deve essere indicato come definitivo) dei seggi proprio nei centri civici sarebbe un corto circuito insensato.
E comunque, alla candidata che due volte ha lanciato il sasso senza indicare nemmeno una indicazione concreta, proviamo a raccontare come stanno le cose.
A Novegro e a Redecesio i locali comunali nel quartiere sono i centri civici che sono evidentemente inadeguati. Per collocare le sei sezioni elettorali di Milano 2 occorrerebbe svuotare la Biblioteca e il museo cittadino al primo piano di Cascina Ovi e usare gli spazi del Centro Civico che sono già in parte destinati a uso della scuola media. Per le tre sezioni di San Felice ci sarebbero al Centro Civico due aule di dimensioni accettabili che però hanno solo un’apertura sull’esterno e andrebbe svuotata la biblioteca. Per le sei sezioni di Rovagnasco i tre spazi utilizzabili al Centro Civico di Via Amendola e gli altri tre a Cascina Commenda si aprono in entrambi i casi su un unico spazio di ingresso piccolo dove dovrebbero passare le migliaia di elettori del quartiere.
A Segrate Centro al Verdi gli spazi utili, su piani diversi, sono proprio ora in consegna alle scuole. Teoricamente poi si potrebbero spostare tutte e nove le sezioni nelle elementari di via De Amicis dove ci sono dodici aule a piano terra, ma si troverebbero a confluire lì tutti i circa 8000 elettori di Segrate Centro: si formerebbero code fino alla Cassanese.
Così stanno le cose e non era difficile informarsi.
La candidata a sindaco di SegrateSì, Dena Arabsolgar, ha detto che “Sarebbe gravissimo” un disinteresse dell’amministrazione al problema dello spostamento dei seggi dalle scuole.
Saremmo d’accordo con lei, se fosse vero.
Invece è vero che fin dal 25 giugno, sulla base delle sole ipotesi di data per le elezioni in autunno ventilate da esponenti del Governo, per richiesta di alcuni consiglieri di maggioranza l’Amministrazione ha esplorato le possibili soluzioni (incluse ad esempio pure le scuole materne), senza trovare soluzioni adeguate a norma di legge e risolutive.
Troviamo invece gravissimo che un candidato sindaco parli di un problema importante e complesso come questo senza prima informarsi, chiedere, leggere, studiare.
Dena Arabsolgar si candida a fare il sindaco di Segrate, una città che ha il reddito pro-capite più alto tra i comuni italiani con più di 30.000 abitanti, si candida a guidare una “azienda multiservizi” con duecento dipendenti e un bilancio di cento milioni annui, ma è tornata due volte sul problema dei seggi senza informarsi, senza indicare un esempio e tanto meno una soluzione.
Non lo faccia una terza volta: aiuti invece con qualche impegno le nostre scuole a ripartire.
Segrate Nostra