Segrate, 18 settembre 2020
I segratesi vedranno tornare nel bilancio comunale un po’ dei soldi che l’ex sindaco Alessandrini ha usato indebitamente.
È esecutiva la condanna definitiva della Corte dei Conti (Terza Sezione Giurisdizionale Centrale d’Appello) al risarcimento delle “spese pazze” fatte dal 2010 al 2015 dall’ex sindaco con la carta di credito comunale. Si parla in particolare di lauti pranzi e cene con vini pregiati e piatti raffinati senza la dovuta rendicontazione e spese pagate al suo staff. Spese che i giudici definiscono “estranee in modo palese e inequivocabile alle finalità istituzionali e all’interesse pubblico”. Insomma, non si scappa più. Il tribunale contabile ha definitivamente riconosciuto l’uso improprio del denaro pubblico respingendo anche i tentativi dell’ex primo cittadino di chiedere la prescrizione.
Al di là dei campanilismi da campagna elettorale è evidente a tutti che NON è questo il modo corretto di fare politica. Ogni euro dei cittadini deve essere speso con grande responsabilità.
Vuoi andare fuori a pranzo e ti piace il Cartizze? Te lo paghi con i tuoi soldi e comunque DEVI dire perché li hai spesi e soprattutto con chi li hai spesi. Il Comune non è un’azienda privata, gestisce i soldi dei cittadini che hanno ben altre esigenze.
La nostra amministrazione si è distinta anche per oculatezza e buona gestione: il sindaco Micheli ha rinunciato subito alla carta di credito, la giunta e i consiglieri comunali non hanno speso un centesimo dei segratesi in spese di rappresentanza o non dovuti. Nessuno ha avuto benefit, nessuno ci ha marciato. Dovrebbe essere la normalità, ma non è così e per questo siamo qui a parlarne.
Quel vecchio modo di fare politica bussa nuovamente alla porta dei segratesi con lo slogan “Cambiamo” della lista che porta addirittura nel suo simbolo il nome di Alessandrini. Stesse bandiere e l’appoggio a una candidata sindaco, Laura Aldini, che è citata nei documenti degli ispettori del Ministero delle Finanze per il suo ruolo nella cattiva gestione contabile e amministrativa del comune fino al 2015 (per quanto quale direttore centrale a fianco dell’ex sindaco Alessandrini costasse oltre 150.000 euro all’anno, davvero troppo per una realtà come Segrate). Fortunatamente il cambiamento a Segrate c’è già stato cinque anni fa quando i segratesi hanno deciso che legalità, onestà, buona politica e trasparenza dovevano essere i temi principali su cui ripartire.
E l’amministrazione del sindaco Micheli non ci ha MAI deluso aggiornando puntualmente annualmente il Piano anticorruzione e vigilando sempre tramite gli organi preposti sulla correttezza degli appalti per smascherare tentativi di infiltrazione di aziende legate alla criminalità organizzata. Abbiamo ammirato il rigore civile di Paolo quando ha denunciato immediatamente un tentativo di corruzione da parte del capogruppo di Forza Italia, condannato in primo grado e purtroppo mai rimosso dal suo partito dall’incarico in consiglio comunale.
Gli avversari politici in questi anni hanno soprannominato il sindaco Paolo Micheli il “pretino” anche per questo suo modo di fare da buon padre di famiglia. A parte il fatto che essere prete non è affatto un’offesa, anzi, siamo ben felici alla guida della nostra città che ci sia una squadra di persone come Paolo: onesti, responsabili e competenti.
Segrate Nostra